Dunque allora, dopo 16 giorni si torna a casa.
Non avrei potuto fare scelta migliore per le mie vacanze, non solo la destinazione ma anche il modo.
Ci sono delle cose che mi sono rimaste impresse che vorrei brevemente riassumere:
- chi parla perfettamente inglese e francese (e forse pure tedesco ?) con una cadenza e vocabolario notevoli ? L’addetto alle informazioni turistiche di Gerusalemme ? O quello di Amman?
No, la beduina di Petra, così come gli altri suoi 2.999 co-villici
- il sorriso più simpatico e “luminoso”(sarà il contrasto con la pelle ? ) Il militare Giordano al confine sud Eilat/Aqaba: “ welcome to Jordan Miss Angelica”.
- il momento più difficile durante il quale ho visto l’arcangelo Gabriele? La Fortezza di Re Erode a Masada.
- il momento più inquietante? No, non camminare la sera da sola in Giordania o a Amman ma nel passaggio da Giordania a Israele, anzi Palestina: 20 minuti senza passaporto; su di un autobus pagato 18 dinari per fare i 5 Km per arrivare in Israele, anzi Palestina.
20 minuti senza documenti nella terra di nessuno perché di fatto non sei né in Israele, anzi Palestina nemmeno più in Giordania. E l’inglese lo parlano a gesti. Non è tranquillizzante.
- Il momento più simpatico? Camminando per le strade di Amman l’ultima sera ho deciso che avrei indossato una t-shirt con maniche a 3/4 e i pantaloni larghi (quelli super fashion comprati al mercato il sabato mattina prima di partire a 6 euro. Dopo 10 gg con scarpe da trekking ho deciso di mettere i sandali, nelle vie e sui marciapiedi fetidi e incasinati di Amman. Nel quartiere dei Suq (ce ne sono circa 4) per scavalcare una pozza di liquido non ben identificato ho tirato su di 5 cm circa i pantaloni scoprendo senza malizia caviglia e piedi con smalto alle unghie....
UAAAAAA!!! Tutti i negozianti della via ( i 6 metri percorsi) in coro urlano qualcosa tipo “habiba!!! Uuuuuu” conditi da grosse risate, io per prima, tipo pubblicità Golden Lady.
- la giornata più pesante? Non Petra ma Hebron. Il peso della mente affligge più di uno zaino di 15 kg portato a spalle con 40 gradi
- il pasto migliore ? Qua è dura, diciamo che vince il ristorante di Wadi Mousa per la simpatia e gentilezza del titolare che dá un Plus!
- il clima migliore ? Gerusalemme, d’altro canto it’s the Holy City!
- il bagno più pulito ? Quello del centro visitatori di Hebron, più pulito dei bagni dellautogrill sulla A4 Milano Venezia
- il popolo più accogliente? Quello Giordano, nonostante per ben due volte abbia avuto il piacere di condividere la cena dello Shabbat con una famiglia israeliana adorabile
- il momento in cui mi è mancato il respiro ? Beh sono due: uno a Petra, la salita sopra il monastero (ma li penso abbia contribuito l’infartino che è quasi insorto) e l’altro la notte nel deserto del Wadi Rum. Un silenzio assordante, una luna accecante e tante luminose stelle che non sono cadute ma alla fine è andata meglio così, sai che casino.
- la polizia più fastidiosa? Quella israeliana. Anche se però bilanciavano con l’elevato tasso di figaggine
- gli occhi più belli ? Un uomo, giovane, ad Amman. Scuro scuro, lineamenti arabi... occhi azzurri come l’effetto del ghiaccio (oddio magari era cieco), non so chi fosse ma so cosa erano i suoi occhi.
-la skill più utile che ho sviluppato? La trattativa coi tassisti giordani. Sembrava di partecipare ad un’asta di Sotheby’s ... peccato l’oggetto fossi io !
No, la beduina di Petra, così come gli altri suoi 2.999 co-villici
- il sorriso più simpatico e “luminoso”(sarà il contrasto con la pelle ? ) Il militare Giordano al confine sud Eilat/Aqaba: “ welcome to Jordan Miss Angelica”.
- il momento più difficile durante il quale ho visto l’arcangelo Gabriele? La Fortezza di Re Erode a Masada.
- il momento più inquietante? No, non camminare la sera da sola in Giordania o a Amman ma nel passaggio da Giordania a Israele, anzi Palestina: 20 minuti senza passaporto; su di un autobus pagato 18 dinari per fare i 5 Km per arrivare in Israele, anzi Palestina.
20 minuti senza documenti nella terra di nessuno perché di fatto non sei né in Israele, anzi Palestina nemmeno più in Giordania. E l’inglese lo parlano a gesti. Non è tranquillizzante.
- Il momento più simpatico? Camminando per le strade di Amman l’ultima sera ho deciso che avrei indossato una t-shirt con maniche a 3/4 e i pantaloni larghi (quelli super fashion comprati al mercato il sabato mattina prima di partire a 6 euro. Dopo 10 gg con scarpe da trekking ho deciso di mettere i sandali, nelle vie e sui marciapiedi fetidi e incasinati di Amman. Nel quartiere dei Suq (ce ne sono circa 4) per scavalcare una pozza di liquido non ben identificato ho tirato su di 5 cm circa i pantaloni scoprendo senza malizia caviglia e piedi con smalto alle unghie....
UAAAAAA!!! Tutti i negozianti della via ( i 6 metri percorsi) in coro urlano qualcosa tipo “habiba!!! Uuuuuu” conditi da grosse risate, io per prima, tipo pubblicità Golden Lady.
- la giornata più pesante? Non Petra ma Hebron. Il peso della mente affligge più di uno zaino di 15 kg portato a spalle con 40 gradi
- il pasto migliore ? Qua è dura, diciamo che vince il ristorante di Wadi Mousa per la simpatia e gentilezza del titolare che dá un Plus!
- il clima migliore ? Gerusalemme, d’altro canto it’s the Holy City!
- il bagno più pulito ? Quello del centro visitatori di Hebron, più pulito dei bagni dellautogrill sulla A4 Milano Venezia
- il popolo più accogliente? Quello Giordano, nonostante per ben due volte abbia avuto il piacere di condividere la cena dello Shabbat con una famiglia israeliana adorabile
- il momento in cui mi è mancato il respiro ? Beh sono due: uno a Petra, la salita sopra il monastero (ma li penso abbia contribuito l’infartino che è quasi insorto) e l’altro la notte nel deserto del Wadi Rum. Un silenzio assordante, una luna accecante e tante luminose stelle che non sono cadute ma alla fine è andata meglio così, sai che casino.
- la polizia più fastidiosa? Quella israeliana. Anche se però bilanciavano con l’elevato tasso di figaggine
- gli occhi più belli ? Un uomo, giovane, ad Amman. Scuro scuro, lineamenti arabi... occhi azzurri come l’effetto del ghiaccio (oddio magari era cieco), non so chi fosse ma so cosa erano i suoi occhi.
-la skill più utile che ho sviluppato? La trattativa coi tassisti giordani. Sembrava di partecipare ad un’asta di Sotheby’s ... peccato l’oggetto fossi io !
Poi ci sono delle costanti :
pollo, riso, hummus, mandorle, sudore, fatica, cammelli, cacche di mulo, moschee, minibus della Giordania e tanti tanti sorrisi. Di tutte le “razze”, di mille colori, di centinaia di età e religioni diverse.
In tutto ciò, non c’è mai stato un solo minuto in cui mi sia sentita in pericolo o insultata(se mi hanno insultata non ho capito perché non parlo arabo quindi non conta!)
pollo, riso, hummus, mandorle, sudore, fatica, cammelli, cacche di mulo, moschee, minibus della Giordania e tanti tanti sorrisi. Di tutte le “razze”, di mille colori, di centinaia di età e religioni diverse.
In tutto ciò, non c’è mai stato un solo minuto in cui mi sia sentita in pericolo o insultata(se mi hanno insultata non ho capito perché non parlo arabo quindi non conta!)
Questa è stata la mia estate, non tutta, solo una parte ... quella migliore.
Mi auguro che tutti voi abbiate passato un’estate per quanto possibile bella e ricca come la mia.
Aprite/apriamo gli occhi, la testa... fate passare la sabbia del deserto o il vento freddo del nord.
Aprite/apriamo gli occhi, la testa... fate passare la sabbia del deserto o il vento freddo del nord.







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