Dicembre 2015. Dicembre 2015 è stata l'ultima volta in cui sono stata a Varsavia per lavoro (che poi era sempre anche un piacere) e inaspettatamente mi trovo una città che non è più la stessa ma....assolutamente in meglio.
La "piccola" Varsavia...non so perchè ma quando penso a questa città mi viene da utilizzare l'aggettivo "piccola", in realtà Warszawa è tutt'altro che piccola considerando i suoi quasi 2 milioni di abitanti che arrivano a circa 3 milioni se si considera l'area metropolitana più estesa.
Mi chiederete "ma allora perchè piccola?", domanda assolutamente lecita direi. Beh, la capitale polacca (come tutti sanno non devo dirlo io) durante la seconda guerra mondiale era stata totalmente rasa al suolo; ne parlavamo ieri proprio con degli oriundi, Varsavia durante e dopo la guerra era una città "alta" 30 cm....."alta"? Sì, alta. Perchè il buon Adolfo diede ordine di chiudere tutte le strade della città e far saltare ogni singolo palazzo o edificio in modo tale da essere sicuri che della città rimanesse solo polvere. Come al solito quando si ripercorrono certi momenti della storia moderna, si sentono i brividi lungo tutta la spina dorsale ma..tant'è. Dopo la guerra, negli anni '50, la parte vecchia della città (Stare Miesto) è sata ricostruita fedelmente e quindi Varsavia ha un centro storico che rispecchia (dicono) in maniera perfetta quello che i cittadini vedevano prima della guerra ma assolutamente nuovo. Tutto il resto della città invece è stato ricostruito mooooolto lentamente negli anni a seguire e, ovviamente, lo stile architettonico era quello Soviet.
Fatto questo piccolo excursus storico, la sensazione che ho ogni volta mi trovo in questa città è quella di trovarmi nella capitale di uno Stato che si è dovuto imporre ed in un certo senso ha dovuto chinare la testa parecchie volte negli ultimi decenni. Dopo la Guerra Fredda la Polonia era uno stato comunista che però con la Russia proprio non voleva avere niente a che fare e ha "sgomitato" parecchio per essere accettata dall'alta borghesia degli Stati Europei chiedendo quasi permesso per entrare nell'Unione e, molto umilmente ed in silenzio, guardando "come fanno loro in Europa" ha cercato di adeguarsi. E si è adeguata anche nello stile di vita visto che non sono mancati bar, ristoranti e le strade sono sempre state piene di gente, quando si dice una città in fermento. Mi sembra quasi una timida bimba che cresce, diventa adolescente ma non è ancora consapevole della sua bellezza e con timidezza si affaccia sul mondo degli adulti.
Varsavia ha la sua identità, a parte i fatti storici ha le sue tradizioni, la sua cucina e questa divertentissima lingua le cui parole hanno una vocale ogni 10 consonanti e ricorda molto l'ucraino ma si scrive come una lingua europea.
I polacchi non sono come i russi, nel senso che i polacchi sorridono. Verrebbe da dire "hai una moneta che non vale una cicca di tabacco, il costo della vita è aumentato, hai un clima tutt'altro che caraibico ...che c'avrai da sorridere??" Sorridono, i polacchi sorridono e basta.
Le donne sono piuttosto belle, un mix di ICED BEAUTY dell'est ben integrata con lineamenti più SOFT dell'Europa classica; gli uomini...beh ce ne sono due tipi. Trovi l'uomo con la faccia tonda, il naso un po' a patata e l'occhio grande con carnagione bianca e rossa che spesso ha espressioni simili a quelle di uno che si è appena scolato una bottiglia di Vodka. Poi però trovi anche il tipo alto, longilineo, con lineamenti meno a patata un pochino più fini, capello corto (le tonalità sono biondo, castano, castano rossiccio) con un'aria quasi sognante che non è altro il risultato di un mix di curiosità e timidezza. Quando incontro questa tipologia di uomo polacco, mi sciolgo. Mi sa tanto di super dolcezza e poi sono molto molto gentili soprattutto con le donne, ti stringono la mano, ti guardano negli occhi, abbozzano un sorriso e...un po' ti rapiscono. Mah!
Ieri è stato il primo di questi 3 giorni di lavoro: masterclass, tasting e cena. Stay tuned for more updates!!!






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