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mercoledì 25 marzo 2020


IRAN, IL VIAGGIO CHE SOGNAVO

Oggi è mercoledì, 25 / 03 / 2020.

In barba a tutti gli aspiranti catastrofisti e post moderni Nostradamus che durante lo scorso decennio andavano in giro per il mondo identificando la data - 21/12/2012 -  come la fine di tutto come predetto da quei simpaticoni dei Maya, sembra proprio che ci sia stata un po’ di confusione numerica visto che ogni giorno di questi primi mesi del 2020 è simile  alla fine del mondo raccontata nelle sacre scritture: incendi, cavallette, terremoti, uragani, pandemia, insomma…pare veramente una punizione divina per chi ci crede, cosa che per altro meriteremmo.
Ma tralasciando per un attimo questo piiiiccolo ed insignificante particolare, facciamo un balzo indietro, di qualche mese, torniamo a dicembre quando arrivai a prendere una decisione: 
passare le mie vacanze estive in IRAN.

Ok...ok, vogliamo tornare sulle classiche domande che mi sono state poste? Vogliamo proprio? Va bene, facciamolo però raccontando gli ultimi anni in tema di vacanze.
Non chiedetemi perché ma da quando misi piede prima in Egitto e poi in Israele nel lontano novembre 2010…non so, avete mai avvertito quella sensazione come di appartenenza, tranquillità? 
In inglese rende molto meglio “I felt comfortable in those countries”. 
Non parlo arabo (a parte dire qualche cavolata) e nemmeno israeliano ma…è vero che non serve sempre parlare per capire e farsi capire ed è vero, la terra parla da sola. 
Perciò, complici anche avvenimenti e ribaltamenti di vita privata decisi di passare gli ultimi giorni dell’anno 2018 in Libano, facendo tappa ad Istambul. Non mi soffermo su quel viaggio, magari scriverò un altro post, dico solo che prima di partire avevo letto tanto soprattutto sulla gente e, cavolo, non immaginate quale sia stato il mio stupore nello scoprire che sì, era proprio vero: io, donna da sola, potevo camminare per le strade del Libano e non avrei avuto problemi, il trucco però era non guardare mai in faccia un uomo, per carità…niente di terribile la conseguenza ma cominciano ad urlarti l’impossibile e all'inizio fa un po' paura. Confesso che l’ultimo giorno li guardavo in faccia apposta, per poi farmi un sacco di risate…ahaha .

Dopo quei giorni cominciava a crescere in me un desiderio molto forte di affrontare un’altra sfida e così decisi di passare le ferie di agosto 2019 in Israele, Palestina e Giordania. Badate bene, non era questa la sfida, questo viaggio di agosto sarebbe semplicemente stato un’altra “palestra”. In tutta onestà il viaggio originale sarebbe stato Gerusalemme, Petra, Amman, 7 giorni ma…insomma con tre settimane di ferie, pareva proprio uno spreco! E quindi i giorni sono diventati 15 (o 16, non ricordo) e le tappe molte di più e il programma… uhmmm….programma? che programma? Vabeh, diciamo che è stato un “daily planned tour”.
Anche su questo viaggio non mi soffermo, ho già scritto molto ma posso dire che è stata un’ottima palestra, ho scoperto altre cose da non fare o da fare. Ho sudato tanto, mi sono quasi persa, anzì…mi sono persa, ma mi sono persa nei panorami, nella gente, nei sorrisi. Nell’odore di terra bruciata, nei 40 gradi, nella solitudine e nella difficoltà della barriera linguistica. 
Mi sono persa, sì, ma mi sono ritrovata.

Ero pronta. Sono pronta, almeno spero. La sfida era lì che mi aspettava e mi guardava dal monitor del PC, suadente, con charme e malizia. Accattivante, dovevo solo comprare i biglietti aerei; correva il giorno 18 ottobre 2019, biglietti acquistati, lei era ed è tutt’ora lì che mi aspetta: IRAN.
Ora, di solito si dice e scrive L’Iran, lo Stato Islamico dell’Iran, al maschile. Certo, ma io sto parlando di lei LA Persia. Scusate, sono un’inguaribile sognatrice romantica.
Da quel giorno mi sono sentita dare della pazza : “una donna da sola in Iran??”
Da quel giorno mi sono sentita dare della “non normale” : “Iran? Ad agosto? Ma non puoi andare al mare o in montagna come tutti?”
Da quel giorno mi sono sentita dare della incosciente : “con la guerra? E sono musulmani, minimo ti violentano”
Ho delle risposte a tutto:
- donna sola in Iran - e…? ci sono anche uomini soli in Iran. Chi mi conosce lo sa, è un episodio non molto simpatico della mia vita, tanti anni fa poco più che ventenne sono stata aggredita alle spalle, in pieno giorno, a Brescia, sotto casa.
- Iran? Ad agosto? Ma non puoi andare al mare o in montagna come tutti? – come tutti, appunto. Io non sono “tutti”; agosto fa caldo? Lo so, eh…cercherò di bere tanto.
- con la guerra? E sono musulmani, minimo ti violentano – la guerra, già, brutta cosa. Un’incognita in effetti; però, finché sono operativi aeroporti e ambasciate, direi che si può andare. Sulla violenza...mi astengo, i classici luoghi comuni.
Detto questo, in effetti, da lì in poi si sono succeduti un po’ di accadimenti: rientravo da Torino ad inizio gennaio…e apprendevo che il parrucchino biondo, Mr. President Donald (Duck) Trump, compiva una delle sue mosse vincenti e intelligenti. Uff…che dire, da li ad agosto…tutto può succedere.

Poi ora, COVID-19, il grande e reale nemico. Dall’Iran arrivano dati di morti e contagiati che ovviamente non sono reali e di sicuro folle sono ma non stupida, se la mia salute potrebbe essere in pericolo allora…allora non ci andrò ma per questo bisogna aspettare. Adesso come adesso non andrei neanche a Cefalù.

E allora, di cosa stiamo parlando? Parliamo di questo:
    


Ecco, sì, questo è un ipotetico tragitto. In 18 (dico 18!!!) giorni, tutto può cambiare.
Posso fare tutto con relativa calma, in 18 giorni ho il tempo di perdermi; atterrando a Tehran direi che 3 giorni li passo lì e poi…sì, vorrei andare sul Mar Caspio e quindi fare una piccola deviazione a Nord ma poi tornerò giù. L’ultima tappa del viaggio sarà Shiraz, da dove avrò il volo di rientro.
Sto leggendo e studiando tanto, a tratti, perché in alcuni momenti sono un po’ assalita dai dubbi ma…PER LA MISERIA!! Questo è il mio sogno.
Non sarà facile ma mi sento pronta, sono pronta. Lo voglio fare.
E non vedo l’ora di tornare con migliaia di fotografie sul cellulare ma soprattutto nella mia testa. Fotografie che si possono mostrare solo raccontandole, a chi ha voglia di ascoltare, a chi piace ascoltarmi.

Voglio sentire di nuovo il rumore dei sassolini sotto le scarpe da trekking, anziché sentire il “non rumore” dell’asfalto; voglio sentire l’aria bollente che soffia e che, nonostante sia calda, porta sollievo. Voglio vedere il contrasto dei denti con la pelle sicuramente più scura della mia.
Voglio di nuovo “lavarmi le mani” con la sabbia; voglio poter sudare come uno gnù senza che nessuno si scandalizzi perché tutti sudano (e puzzano) assai. 
Voglio sentire i profumi delle spezie che si alternano a odoracci non identificabili; voglio apprezzare i sorrisi che partono spontanei perché io sono assai buffa in viaggio. 
Voglio stupirmi di semplice riso bollito e tè. 
Voglio avvertire timore e un pizzico di ansia perché alla fine quando scopri qualcosa di tanto diverso da te, queste due sensazioni devono esserci se no…vuol dire che non stai cogliendo tutto. 
Poi potrei dire che voglio mille altre cose ma so benissimo che ce ne saranno altrettante mille da scoprire, che non conosco, quindi al momento non posso volerle.
Sperando che questo inferno passi, sperando si possa tornare a scoprire e volere, sperando di vivere non più come prima ma meglio, vi lascio con una frase che in realtà è l’incipit di un video prodotto dal ministero del turismo giordano, ovviamente per promuovere la Giordania:

"Do you know the feeling? That strong connection to a land faraway, somehow even without having ever been there, I’ve seen and already known its colours and feel familiar with its tastes and sounds"




martedì 10 marzo 2020

#STIAMOACASA





E poi niente, mi è venuta in mente questa foto scattata durante il mio folle viaggio della scorsa estate.

Pensavo che nei 16 giorni trascorsi fra Israele, Palestina e Giordania ero sola...certo, io poi parlo coi muri quindi in realtà parlavo sempre con qualcuno ma.... ero sola.
Più di una volta mi sono trovata a vivere momenti in cui da sola guardavo il panorama che, come in questo caso, poteva essere il deserto o una città o un cammello...
Beh, vi garantisco che....non mi sono annoiata anche se non c'era niente da fare, o meglio...all'inizio si, ero un po' spiazzata, ma....poi ho colto il piacere di pensare, riflettere, ricordare e "accantonare" pensieri...ho riscoperto il piacere di parlare con me stessa (che fatica eh!) che però non ha cancellato la mia voglia di parlare con gente e conoscere il mondo.


Ho riscoperto la forza della mente, a 40 gradi, sotto il sole;

Ho imparato a dosare, razionare l'acqua...anche se avrei prosciugato la fontana di Trevi;

Ho imparato che in mezzo al deserto, scrutando il panorama fatto di rocce e sabbia....prima o poi passa sempre qualcuno: un cammello, un beduino o, se sei fortunato, un cammello con un beduino che in linea di massima puzza assai ma....chissene.

Come ho già detto, ho imparato a farmi bastare le cose che non significa rassegnarsi ma significa superare il momento per poi gioire di più una volta passato, penso che il tizio del ristorante a Wadi Mousa si ricordi ancora di me e delle mie 4 bottigliette di acqua prosciugate in 2 minuti.

Impariamo a bastarci, impariamo ad adattarci; stiamo a casa anche per aiutare chi a casa non può stare.

Impariamo che la notte nel deserto è buia buia se non ci sono le stelle ma poi, quando sorge il sole.....ragazzi, è tutta un'altra vita!

L'immagine può contenere: montagna, cielo, natura e spazio all'aperto

mercoledì 9 ottobre 2019

LA PICCOLA VARSAVIA

Dicembre 2015. Dicembre 2015 è stata l'ultima volta in cui sono stata a Varsavia per lavoro (che poi era sempre anche un piacere) e inaspettatamente mi trovo una città che non è più la stessa ma....assolutamente in meglio.
La "piccola" Varsavia...non so perchè ma quando penso a questa città mi viene da utilizzare l'aggettivo "piccola", in realtà Warszawa è tutt'altro che piccola considerando i suoi quasi 2 milioni di abitanti che arrivano a circa 3 milioni se si considera l'area metropolitana più estesa.
Mi chiederete "ma allora perchè piccola?", domanda assolutamente lecita direi. Beh, la capitale polacca (come tutti sanno non devo dirlo io) durante la seconda guerra mondiale era stata totalmente rasa al suolo; ne parlavamo ieri proprio con degli oriundi, Varsavia durante e dopo la guerra era una città "alta" 30 cm....."alta"? Sì, alta. Perchè il buon Adolfo diede ordine di chiudere tutte le strade della città e far saltare ogni singolo palazzo o edificio in modo tale da essere sicuri che della città rimanesse solo polvere. Come al solito quando si ripercorrono certi momenti della storia moderna, si sentono i brividi lungo tutta la spina dorsale ma..tant'è. Dopo la guerra, negli anni '50, la parte vecchia della città (Stare Miesto) è sata ricostruita fedelmente e quindi Varsavia ha un centro storico che rispecchia (dicono) in maniera perfetta quello che i cittadini vedevano prima della guerra ma assolutamente nuovo. Tutto il resto della città invece è stato ricostruito mooooolto lentamente negli anni a seguire e, ovviamente, lo stile architettonico era quello Soviet.
Fatto questo piccolo excursus storico, la sensazione che ho ogni volta mi trovo in questa città è quella di trovarmi nella capitale di uno Stato che si è dovuto imporre ed in un certo senso ha dovuto chinare la testa parecchie volte negli ultimi decenni. Dopo la Guerra Fredda la Polonia era uno stato comunista che però con la Russia proprio non voleva avere niente a che fare e ha "sgomitato" parecchio per essere accettata dall'alta borghesia degli Stati Europei chiedendo quasi permesso per entrare nell'Unione e, molto  umilmente ed in silenzio, guardando "come fanno loro in Europa" ha cercato di adeguarsi. E si è adeguata anche nello stile di vita visto che non sono mancati bar, ristoranti e le strade sono sempre state piene di gente, quando si dice una città in fermento. Mi sembra quasi una timida bimba che cresce, diventa adolescente ma non è ancora consapevole della sua bellezza e con timidezza si affaccia sul mondo degli adulti.
Varsavia ha la sua identità, a parte i fatti storici ha le sue tradizioni, la sua cucina e questa divertentissima lingua le cui parole hanno una vocale ogni 10 consonanti e ricorda molto l'ucraino ma si scrive come una lingua europea.
I polacchi non sono come i russi, nel senso che i polacchi sorridono. Verrebbe da dire "hai una moneta che non vale una cicca di tabacco, il costo della vita è aumentato, hai un clima tutt'altro che caraibico ...che c'avrai da sorridere??" Sorridono, i polacchi  sorridono e basta.
Le donne sono piuttosto belle, un mix di ICED BEAUTY dell'est ben integrata con lineamenti più SOFT  dell'Europa classica; gli uomini...beh ce ne sono due tipi. Trovi l'uomo con la faccia tonda, il naso un po' a patata e l'occhio grande con carnagione bianca e rossa che spesso ha espressioni simili a quelle di uno che si è appena scolato una bottiglia di Vodka. Poi però trovi anche il tipo alto, longilineo, con lineamenti meno a patata un pochino più fini, capello corto (le tonalità sono biondo, castano, castano rossiccio) con un'aria quasi sognante che non è altro il risultato di un mix di curiosità e timidezza. Quando incontro questa tipologia di uomo polacco, mi sciolgo. Mi sa tanto di super dolcezza e poi sono molto molto gentili soprattutto con le donne, ti stringono la mano, ti guardano negli occhi, abbozzano un sorriso e...un po' ti rapiscono. Mah!
Ieri è stato il primo di questi 3 giorni di lavoro: masterclass, tasting e cena. Stay tuned for more updates!!! 






giovedì 3 ottobre 2019

MEGANOIDI CONTRO DAITARN 3




E niente, funziona che pure stavolta è arrivato il bidone ahahhahah
e vabeh, c'è da dire che le alternative si trovano senza problemi visto che questo week end ricomincia la Winter Season della Latteria Molloy. Top!
E con cosa esordiscono i fanciulli ? 


Electro VS Rock seratona

Direi che posso reclutare il fido compare Paolo per farmi due saltelli all'insegna degli anni passati e soprattutto ascoltando dal vino i Meganoidi che, di per sé, mi hanno sempre fatto un po' schifo ma vista la penuria di musica originale in giro, di posti divertenti dove passare uno spensierato week end e, soprattutto, visto che durerà a far tanto un'oretta....li si può tranquillamente sopportare.
Peccato, l'alternativa era una serata simpatica, pazienza!

E allora ....MUNGIAMO UN PO' DI IDEE! Muuuuuuuuuu  🙈

mercoledì 2 ottobre 2019

LA GENIALITA'....IN UN SECCHIELLO


E poi che c'è!? C'è che nella vita di ognuno di noi esistono quei giorni che in realtà non avresti mai voluto ci fossero e ieri non è stata per niente una buona giornata; per tirarmi su di morale ho deciso di uscire a bere l'aperitivo con il mio carissimo fido amico e collega Paolo, l'unico che sa farmi ridere come un'idiota.
Detto questo, chi conosce entrambi sa perfettamente che io e Paolo abbiamo un problema con l'alcool o meglio, diciamo che ci sentiamo molto a nostro agio sorseggiando bicchieri di vino motivo per cui il nostro aperitivo di solito è "la bottiglia". 
Ovviamente, essendo del settore, ci permettiamo quanto meno di bere un vino di qualità perciò ci si reca sempre (o quasi) dal nostro "oste" di fiducia in Via Trieste, il caro e vecchio MARCHINO, che ci vizia sempre un sacco con stuzzichini e simpatia e, secondo me, ogni volta che ci vede sa che partirà almeno almeno "la boccia".
Ieri, il "coup de théâtre"
 sfoderato dal buon Marco è stato questo:


 LA GENIALITA'

Essendo il posto piccino, il locale è attrezzato con una super finestrona che aprendosi rende comunicante l'interno con una "bar" vera e propria all'esterno  dove in questa stagione è proprio bello sedersi a sbevazzare ...ehm, cioè volevo dire degustare.
Ad ogni modo....quando si è avvicinato con il secchiello del ghiaccio attaccato alla catena che a sua volta si attaccava alla barra...mi ha illuminata!
L'ho trovata un'idea molto originale combinata con la praticità...così eviti di avere in mezzo alle scatole il secchiello. Grande Marco, sei tutti noi!

Vogliamo spendere due parole sul vino???


Uno dei miei preferiti : Gewurtztraminer di Elena Walch 
Tutto il fascino dell'Alto Adige espresso dalle sue  tonalità di un giallo brillante con riflessi dorati; intensa aromaticità, con note floreali e speziate. In bocca sprigiona tutta la sua finezza con una fresca corposità, armoniosa eleganza e finale intenso.
WUNDERSCHOEN!!!!
Tutti i vini della cantina (che tra l'altro mi dicono essere molto bella) sono ottimi, questo in particolare, ma io sono un'estimatrice del vitigno in questione.

Poi vabeh parliamo anche di quello che Marco offre ai suoi avventori .....


Ottimo in quantità e qualità, ha sempre cose sfiziose.
Highly recommended! 
Per farvi un'idea del posto sbirciate il profilo Instagram 
marchino_goodfood_goodwine 

See you next week end!!


lunedì 30 settembre 2019

.....APRI IL LAPTOP CASE



Succede che mi si prospettava un buon week end ed invece...

Massì, uno di quei fine settimana in cui stai a casa anziché gongolare in giro per mezza Europa versando fiumi di vino agli assetati. 
Quei fine settimana in cui dici "ma sì esco, faccio cose, vedo gente".

Quei fine settimana in cui pensi "beh alla fine tutto riprende a funzionare".
E invece....
...non è andata proprio così; diciamo che la madre dei cretini (come è noto) è sempre incinta e pare che tutte queste madri abiti a pochi chilometri da me...mah!
Karma, lo chiamano.

Unica nota positiva, che mi ha fatto abbozzare un mezzo sorrisino è l'arrivo del pacchetto di Amazon che non sapevo consegnasse pure il sabato. 
Ad ogni modo: "Indovina indovinello cosa c'era nello sportello?"
 E si, sta cosa dei punti raccolta Amazon dove prelevi il pacchetto"'ndo te pare" adagiato in un comodo sportello è super figo!
Anyway, indovinate che c'era? 
LEI:


La mia super Laptop Case con la ranocchia. 
Sì lo so, è un'altra delle mie "m*****ate" ma vabeh mica posso essere perfetta e poi a quanto pare la scorsa settimana ho scoperto di essere Wonder Woman quindi ho la deroga per pubblicare scemate.

Il succo del discorso, comunque, è questa cosa della metafora della vita che Amazon mi ha offerto:

"Sembran tutti Principi, apri il Laptop Case e alla fine ti accorgerai che pure questo è un rospo!"

martedì 24 settembre 2019

LA MIA VITA DA ULTRAS



Oggi è stata una giornata un po' così, assai piena di emozioni, belle e brutte che, ammetto, mi hanno stordita.
Alle 18.30 succede che esco dall'ufficio, con l'aria un po' così mi accingo a salire sull'auto aziendale che domani mattina devo portare in carrozzeria e saluto la mia adorata (seriamente) collega Chiara allorchè lei mi guarda ed esclama "guarda chi c'è!"....e chi c'è?????


PORCOGGGGIUDAAAAA!!!!!

Scusate il francesismo. 
Ricordo ancora quando bimba/adolescente il mio papà mi abbonò (nonostante la sua fede interista) al mensile "HURRA' JUVENTUS", sciarpe, poster, gagliardetti e  addirittura una partita allo stadio. Ma ve lo immaginate? E' proprio vero che i papà per i figli e figlie in particolare fanno qualsiasi cosa. E la tuta?!?! Mi comprò la tuta ufficiale della Juventus, quella con lo sponsor Danone, che ricordi. Però non siamo mai riusciti a vedere la Juve da vicino.

Oggi, per caso, ce l'ho fatta. Una casualità totale.
Beh, me la sono goduta come quando ero ragazzina; ho sgomitato finchè non sono arrivata davanti a tutti. E poi la scena, il poliziotto che mi si piazza davanti per fare cordone e io che lo guardo e con l'innocenza che solo i bambini possono avere l'ho guardato e ho esclamato " ma no dai, non vedo niente per favore"; devo averlo preso in contropiede come solo Roberto Baggio o Alex del Piero sapevano fare (sono un'inguaribile nostalgica lo so), mi ha guardata accennando un mezzo sorriso e rialzando gli occhi si è spostato di una ventina di centimetri.....TOP!
E poi.....eccoli...



Vedi Papà, ce l'abbiamo fatta a vederli da vicino !💖